10 racconti in noir by AA.VV

10 racconti in noir by AA.VV

autore:AA.VV. [AA.VV.]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Stampa Alternativa - Millelire
pubblicato: 2012-03-28T13:24:38+00:00


Saint Vincent

di Michele Frisia

Dieci anni a Saint Vincent, fra strozzini e case d’appuntamenti, sci-volando sulla moquette del casinò e ballando il rock’n roll sulla tomba delle mie buone intenzioni. Dieci anni a Saint Vincent. Questo è il mio inferno.

Lavoravo come meccanico, lontano da qui, quando Salvatore arrivò nel quartiere. Non cercava pubblicità per cui non sapevo chi fosse, o non l’avrei mai toccato. Pomeriggio caldo e silenzioso, smontando il differenziale di una Saxo; avevo trovato problemi ed ero innervo-sito dalla coppa e dai bulloni, quando lo vidi dall’altra parte della strada.

Stava picchiando una ragazza, con le nocche: e non sopporto chi picchia le donne. Lui si accorse che stavo arrivando quando ero ancora in mezzo alla carreggiata, con lo straccio unto di grasso fra le mani e la salopette che mi stringeva sulla pancia. Si accorse che stavo arrivando, ma non gli servì. Il giorno dopo entrò in officina un uomo. Aveva un accento spiccato.

“Salvatore ha parenti importanti…” mi stava dicendo. Ma io non lo ascoltavo più. Lo sguardo era magnetizzato dalla pistola nella mano; la teneva appoggiata sul palmo, senza impugnarla, con il tamburo in bella vista.

“Hai sbagliato. Ma nessuno era mai riuscito a buttare giù Salvatore, e qualcuno più influente di me sostiene che potresti esserci utile. As-sumerti anziché ammazzarti…”.

Da quel giorno sono passati dieci anni. Dieci anni a risolvere problemi e riscuotere crediti. Dieci anni da incendiario e guardia del 34

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corpo e picchiatore. Dieci anni su e giù dal confine. E forse Saint Vincent è soltanto il mio purgatorio.

Le case d’appuntamenti

Ho fatto anche qualche passo falso in dieci anni; ossa rotte e ferite lacero contuse, e per una brutta storia ci ho rimesso un pezzo d’orecchio. Ma una sola volta mi sono rifiutato: quando mi chiesero di sfregiare una puttana bulgara, perché si era tenuta una parte dell’in-casso.

“Io non tocco le donne. Lo sapete”, e mi aspettavo il peggio. Invece il referente scosse la testa.

“Me lo avevano detto, ma ho provato ugualmente”. E mi fece segno di andare.

I miei referenti cambiavano spesso, ogni sei mesi al massimo. Mi ero fatto l’idea che Saint Vincent non fosse per loro niente più che uno sgradevole incidente di carriera. Dopo la storia della bulgara le mie incombenze con la prostituzione furono ridotte. Mi limitavo alla protezione in senso stretto: quando spuntava un avventore troppo ubriaco o strafatto o solo in vena di rompere i coglioni, le ragazze mi chiamavano. Tenevo anche i contatti con polizia e carabinieri, por-tando informazioni sacrificabili a funzionari arrapati di carriera, e buste sigillate a investigatori più disinibiti. La gestione delle forze dell’ordine era stata una mia idea, molto apprezzata. Con un nonno carabiniere e un’ex fidanzata all’antidroga sapevo come muovermi.

Ricatti, intimidazioni, false piste e corruzione. Sapevo quando regalare un’operazione da prima pagina e quando invece aspettare qualcuno sotto casa, e questo azzerava la nostra visibilità. Stavo di-ventando utile, qui all’inferno.

La consegna

Il mio nuovo referente è arrivato in valle da poche settimane. Non 35

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gli piace qui, come a tutti gli altri.



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